Nei dintorni di Reykjavik

NEI DINTORNI DI REYKJAVIK

Nei dintorni di Reykjavik

Il circolo d’oro. 

L’area più densamente popolata da turisti di tutta l’Islanda. Turisti di ogni sorta e genere attirati da 3 meraviglie naturali, non troppo distanti da Reykjavik, che per molti valgono l’intero prezzo del biglietto per approdare sull’isola (in realtà dovrebbero esser viste solo come la punta di un iceberg, come la partenza per un’esplorazione molto più lunga ed approfondita). 

Star in mezzo a molti era il prezzo da pagare, ma forse, ripensandoci, abbiamo avuto fortuna nel visitare l’Islanda durante la pandemia: non oso immaginare in quanti fossero nell’epoca antecedente, credo così tanti da aver un “elemento di disturbo” che avrebbe annullato la possibilità di contemplazione in silenzio. 
Comprendo il motivo per cui le pecore si abbarbicano isolate sui pendii scoscesi. 

Ma torniamo a noi: se avete una leggera agorafobia, possibilmente percorrete il cerchio d’oro la mattina presto, quando i bus dei “vichinghi in trasferta” sono ancora dormienti. 
Solo così potrete godervi in pace una passeggiata nella storia a Thingvellir, oppure sentirvi piccoli a Gullfoss, o saltare all’indietro quando sbuffa lo Strokkur. 

Silfra, dove sono evidenti gli effetti dell’allontanamento tra la placca americana ed euroasiatica.
Silfra, dove sono evidenti gli effetti dell’allontanamento tra la placca americana ed euroasiatica.

Thingvellir è il parco degli islandesi. 

La sua posizione geografica lo rende un luogo speciale: sorge accanto al lago di Thingvallavatn, il più grande d’Islanda, popolato da trote e salmoni tra i più grandi della specie. Da questo lago, alimentato perlopiù da sorgenti sotterranee che mantengono la temperatura del lago costante tutto l’anno sui 5°C, passa la faglia di Silfra, dove è possibile vedere (facendo snorkeling) gli effetti dell’allontanamento tra la placca americana ed euroasiatica. 

Effetti che si vedono anche passeggiando nel parco mentre si attraversa la faglia Almannagjá (“gola di tutti gli uomini”): questo canyon lungo 5 chilometri, attraversato dal fiume Õxara con la scenografica cascata Õxaráfoss, è la dimostrazione reale della teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener del 1912.

Le due faglie, allontanandosi ad un ritmo impressionante di circa 2 cm l’anno, saranno distanti 200 km tra 10 milioni di anni. 

Vista di porzione del parco di Thingvellir.
Vista di porzione del parco di Thingvellir.

Praticamente non si muove! Direte voi, perché sembrerebbe effettivamente un tempo infinito, ma che in realtà corrisponde a circa lo 0,0022% del tempo di vita attuale del nostro pianeta, stimato in 4543 milioni di anni. 

Paragonandoli alla vita media di un individuo di 80 anni, sarebbero circa 0,176 anni, oppure 2,16 mesi, oppure ancora circa 65 giorni di vita: poco meno di una stagione.

In poco meno di una stagione le faglie si distanziano tra loro di 200 km, facendo capire a chiunque che il nostro pianeta è unico e vivo!

Thingvellir (in islandese “Pianura dell’assemblea”) è oggetto sia di studi geologici che storici: diventato patrimonio dell’umanità UNESCO dal 2004, è stato usato come luogo d’assemblea fin dai tempi in cui le prime comunità si stabilirono stanzialmente in Islanda. Qui, nell’anno 930, fu fondato l’Althing, forse il più antico parlamento del mondo (anche se molte alcune ricerche lo mettono in dubbio, concludendo che possa essere Snaefell il primo luogo del parlamento). Tralasciando questa disputa, possiamo dire con certezza che l’assemblea parlamentare si radunava una volta l’anno, ed in tale circostanza gli oratori (Lögsögumenn) recitavano oralmente la legge e regolavano i conflitti.

Thingvellir.
Thingvellir.

Attorno al 1000, sempre qui, il cristianesimo fu proclamato religione d’Islanda, e parallelamente ci fu “l’avvenimento di Godafoss” (per i curiosi, lo racconteremo più avanti). 

Dopo l’imposizione del cristianesimo, per volere del re norvegese Olaf II detto “il santo”,

nel 1015 fu costruita la chiesa di Thingvallakirkja, anche se l’attuale costruzione risale al 1859.

Questa è stata la nostra ultima tappa a Thingvellir, dopodiché siamo ripartiti per raggiungere l’area geotermica di Haukadalur.

L'area geotermale di Haukadalur forma incantevoli (e pericolose) pozze di acqua calda cariche di minerali.
L'area geotermale di Haukadalur forma incantevoli (e pericolose) pozze di acqua calda cariche di minerali.

L’obiettivo di questa sosta era Strokkur, nome del geyser ancora attivo del sito, forse il più fotografato e ripreso da vicino del mondo.

Vedere il suo getto di vapore alto decine di metri ci ha fatto impressione, anzi… a dir la verità ho fatto un salto all’indietro quasi lanciandomi per terra, perché stavo riprendendo il momento dell’eruzione. 
Era una vita che volevo vedere un geyser dal vivo! E’ assolutamente fantastico, e per tutti gli appassionati di natura, trekking e paesaggi è qualcosa di indescrivibile.

I tipici colori delle aree geotermali gialli derivano dall'alta concentrazione dei composti sulfurei.
I tipici colori delle aree geotermali gialli derivano dall'alta concentrazione dei composti sulfurei.

Non mi dilungherò troppo a descrivere più in dettaglio tutti i particolari geologici, ma la fuoriuscita di questo getto ad alta pressione è dovuta al calore che deriva dal magma.

Il calore scalda l’acqua ad una temperatura che supera il punto di ebollizione, ma la grande pressione esercitata dal volume di acqua liquida sovrastante ne impedisce la vaporizzazione. L’acqua sottostante continua così ad aumentare la sua temperatura, finché non raggiunge così tanta energia da rompere il punto di equilibrio, generando una reazione a catena che culmina con un getto alto 30 m di acqua e vapore caldo. 

Tutta l’area “profuma” ovviamente di zolfo (quando viaggerete in Islanda imparerete a conviverci in modo così profondo che il vostro cervello, una volta abituatosi, lo trasformerà da puzza a profumo).

 Dal campo geotermico si innalzano i vapori che formano
Dal campo geotermico si innalzano i vapori che formano "nuvole" che molto spesso si notano a grande distanza.

Ultima tappa da visitare del circolo d’oro è Gullfoss, un imponente salto del fiume Ölfusá.

Le immagini che seguono mostrano questa “piccola” cascata che genera un fragore immenso. 

E’ come se la natura apparisse in tutta la sua potenza e ti dicesse: “Hai visto di cosa sono capace, piccolo umano?”

Dopo esserci lavati per bene per le goccioline di acqua sospese nell’aria, siamo tornati al parcheggio per consumare il nostro frugale pranzo al sacco. 

Gulfoss.
Gulfoss.

Infine siamo ripartiti, sapendo che avremmo abbandonato la civiltà turistica di massa per giorni, quasi come se fosse il nostro “uscimmo a riveder le stelle”.
All’uscita del parcheggio abbiamo così girato destra,  proseguendo fino a raggiungere la F-35 con il “nostro” Vitara. 

Continua...

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