Uzbekistan

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Una tempesta di sabbia come quella avrebbe spazzato via ogni traccia del passaggio di qualsiasi carovana impegnata a percorrere quel tratto della “Râh-e Abrisham", la Via della Seta. Muhammad, a capo della spedizione, era completamente avvolto nei vestiti per proteggersi dalla sabbia. Mentre stava immobile ripensava a ciò che aveva appreso dal padre sull’arte del sopravvivere nel Kyzylkum, lo stesso insegnamento dato a suo padre dal nonno che non aveva mai conosciuto.

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Nella sua famiglia erano mercanti da generazioni, uomini che peregrinavano per mesi, disposti a percorrere quelle vie pericolose, piene di insidie e banditi, per commerciare i beni più preziosi di quel tempo: spezie, seta, gioielli, reliquie, tecnologie, oro, tantissimo oro.

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La sua meta era Bukhara, dove avrebbe venduto il suo carico di spezie preso da quel tirchio di Ahmet a Khiva, e comprato dell’indaco. Bukhara era una tappa molto importante: era la città dove si ergeva il minareto Kaylan, così maestoso che Gengis Khan in persona ne rimase così impressionato da ordinare al suo esercito di non abbatterlo. La mente di Muhammad passò oltre fantasticando fino alle porte di Samarcanda, dove la sua famiglia lo stava aspettando. Mentre era perso nei calcoli per determinare il tempo necessario a raggiungere la cittadella, la tempesta di sabbia terminò: era tempo di rimettersi in viaggio.

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Questa scena che abbiamo immaginato potrebbe esser stata vissuta un tempo lontano lungo la Via della Seta, la rotta commerciale più importante del Medioevo. Essa collegava l’Occidente con l’estremo Oriente, ed attraversava in parte l’attuale Uzbekistan, il paese più ricco di storia di tutta l’Asia centrale, uno dei più affascinanti che ci siano capitati di visitare.  

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