DOVE LE PECORE REGNANO SOVRANE
Dove le pecore regnano sovrane
Ogni parte del pianeta lascia al visitatore alcuni ricordi indelebili, nei quali possono essere annoverati in paesaggi, animali, piante, usi o costumi insoliti. Qualcosa a cui noi, residenti in Italia, non siamo abituati, qualcosa dove le differenze sono così evidenti da consentire alla nostra mente di racchiuderli nei ricordi a lungo o infinito termine. L’Islanda ha molti “input” di questa portata, ma sicuramente quando si visita la zona attorno a Snaefell, quello predominante è costituito dalle pecore. Si, avete capito bene: pecore che brucano indisturbate sulle colline, a gruppi sparuti composti da due o tre elementi, di un colore generato da un miscuglio casuale di bianco e nero.
Sono sincero nel dire che le pecore nere non le avevo mai viste prima di questa vacanza, scoprendo che la frase “Sei una pecora nera” qui non vale, perché una pecora nera non è l’eccezione ad una regola: è la regola.
Queste pecore sono libere di girare e di brucare dove ritengono più opportuno, essendo loro le padrone dei territori verdi scintillanti ricoperti di invitante fresca erba.
Di dimensioni più minute rispetto alle loro cugine europee, in primavera ed estate girano a gruppi di tre (per via dei parti gemellari), scappando da ogni turista che cerchi di scattare la foto perfetta. Sono quasi tutte restie a qualsiasi contatto ravvicinato, ed inseguirle non farebbe altro che incutergli timore, perciò sarebbe un approccio completamente sbagliato. Per scattare una foto ricordo degna di nota bisogna attendere pazientemente, cogliendo l’attimo in cui siano a tiro della macchina fotografica.
Vederle trasmetteva un senso di quiete, ed una volta abituatisi, capitava spesso di cercarle disperse nel paesaggio, come a voler fare una sorta di censimento.
Le pecore che abbiamo incontrato durante il nostro primo giorno erano presenti in tutte le tappe da visitare selezionate a tavolino (breve parentesi: è stato un lavoro titanico degno di un’agenzia di viaggio):
- Alla falesia di Gerduberg, dove svetta nell’erba, vicino ad alcune fattorie, un muraglione alto 15 metri di colonne basaltiche (che gli abitanti del posto utilizzano come palestra di roccia).
- A Kirkjufell, luogo scenografico dove è presente una montagna aguzza. Proprio qui, per gli appassionati della serie “Il trono di spade” è stata girata una delle scene chiave che coinvolse il Re della Notte.
- Girando Snaefell, soprattutto nella zona attorno all’incantevole chiesetta nera di Budakirkja.
Abbiamo incontrato pecore anche vicino alla spiaggia di Ytri Tunga, altra tappa imperdibile del nostro viaggio. In questa zona è possibile osservare (se siete silenziosi e fortunati) delle foche che riposano sornione sugli scogli, scaldandosi al sole.
Noi abbiamo avuto la fortuna di vederle a pochi metri di distanza.
Al nostro ritorno a Borgarnes, piccola cittadina scelta per il nostro primo pernottamento, abbiamo mangiato carne d’agnello, uno dei piatti tipici islandesi (forse il più iconico).
La carne era davvero squisita, tra le carni più buone del mondo, d’altronde non poteva essere altrimenti, visto che le pecore sono immerse in un ambiente incontaminato e rigoglioso.
Gli islandesi condividono il territorio con oltre 400.000 pecore, allevandole nonostante le difficoltà, vista la bassa remunerazione e la fatica. Lo fanno per mangiare salutare tutto l’anno e per tradizione, per mantenere vivi i costumi degli antenati, che come loro avevano un territorio incontaminato forgiato da ghiaccio e fuoco, dove le pecore regnavano (e regnano) sovrane.
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