BUKHARA
Bukhara
A Bukhara, nostra seconda tappa lungo la via della Seta, ci si arriva in auto da Khiva impiegando una giornata intera. Lungo il tragitto ciò che più ci ha colpito è stato il paesaggio, che cambia in base alla vicinanza o meno delle fonti d’acqua.
Una volta lasciata Khiva siamo entrati in un territorio ricco di campi coltivati, alimentati dal fiume Amu Darya, che in persiano significa il “fiume mare”, così grande che in alcuni punti il suo alveo diventa più largo di un chilometro. Il grande fiume demarca inoltre il confine tra lo stato uzbeko e quello turkmeno, e la strada per Bukhara lo costeggia per la prima parte del tragitto.
In seguito, appena ci siamo allontanati dal fiume, il paesaggio si è trasformato in un deserto senza fine. Qui un tempo c’erano i predoni nomadi, che attaccavano le carovane per rubare le merci e rivendere come schiavi i viaggiatori ed i mercanti rapiti.
Abbiamo attraversato il deserto per alcune ore, poi, prima di entrare nella regione di Bukhara, il paesaggio è cambiato ancora e abbiamo rivisto le infinite distese di campi coltivati di cotone e frutta che caratterizzano le piane alluvionali.
La nostra sistemazione a Bukhara è stata la più accogliente di tutta la vacanza. Abbiamo alloggiato per tre notti in un boutique hotel, ricavato da una dimora benestante nel quartiere ebraico della città, una zona molto silenziosa.
La sua posizione centrale ci ha permesso di visitare comodamente a piedi il centro storico della città, e di essere a pochi passi da un grande parcheggio utile per l’autista.
1) Vademecum
- Per visitare e vedere i principali monumenti di Bukhara occorrono almeno due giorni, e suggeriamo caldamente l’ausilio di una guida locale, anche perché alcuni monumenti sono difficili da individuare.
- Gli edifici principali, i minareti, le moschee e le madrase si trovano nello storico centro cittadino, visitabile a piedi, ma per vedere altri monumenti, quali la residenza estiva dell’Emiro, il complesso di Bakhauddin Naqshband e la necropoli di Chor-Bakr, bisogna spostarsi in macchina.
- Il sole può essere rovente nella parte centrale della giornata, per cui è preferibile concentrare le visite al mattino.
- Nella via pedonale sono presenti moltissimi negozi, bar e ristoranti dove ristorarsi e concedersi alcuni momenti di shopping.
2) La storia
Bukhara è stata davvero una bellissima sorpresa.
La città è così ricca di monumenti storici ben conservati da renderla un’altra affascinante tappa lungo la via della Seta.
E’ la città mistica uzbeka per antonomasia, luogo in cui troverete molti fedeli in pellegrinaggio.
Bukhara era nota alle cronache già nel VI secolo a.C., per via della conquista Achemenide (impero Persiano) ed alla successiva annessione al vasto impero macedone di Alessandro Magno.
Importante crocevia commerciale per la sua centrale posizione tra Persia ed Afghanistan, la città rimase di fede Zoroastra anche durante la prima parte della conquista araba, pagando dei tributi, ma venne completamente islamizzata nel VIII secolo d.C.
Lo zoroastrismo
Lo Zoroastrismo, con i suoi oltre 3 millenni di storia, è una delle religioni più antiche del mondo. Questa religione è nata grazie agli insegnamenti di Zarathustra, che visse nell’Iran nord-orientale attorno al 1500 a.C.
I suoi insegnamenti prevedono la fede nell’esistenza di un dio supremo, chiamato Ahura Mazda; nodo focale della religione è l’eterna lotta tra il bene ed il male.
L’Avesta, ovvero il testo sacro di questa religione, si diffuse talmente tanto da far divenire lo Zoroastrismo la religione ufficiale del vasto impero Persiano.
La religione iniziò a perdere proseliti durante la successiva conquista macedone, ed infine dopo la conquista araba. Ad oggi rimangono poche decine di migliaia di fedeli, concentrati in India sotto il nome di Parsis.
Molti studiosi ritengono che i concetti dello Zoroastrismo quali il giudizio finale, la lotta tra il bene ed il male, il paradiso e l’inferno, abbiano influenzato le grandi religioni monoteiste. per chi volesse approfondire consigliamo questo link
Nel IX secolo, Bukhara divenne capitale dell’impero Samanide, che la portò al suo massimo splendore, facendola diventare uno dei centri culturali arabi più importanti del mondo.
Basti pensare che Ibn Sina, ovvero Avicenna, autore del Canone della Medicina, visse e sviluppò la propria scienza a Bukhara.
Fu una delle figure più note nel mondo islamico; in Europa Avicenna diventò una figura importante a partire dal Mille; fu riconosciuto autore di importantissime opere nel campo della medicina rimaste incontrastate per più di sei secoli. È considerato da molti come "il padre della medicina moderna".
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Durante questo rinascimento islamico, in città vennero costruiti canali e vasche, dette hauz, che servivano per l’approvvigionamento idrico.
In questo modo la città si sviluppò ancora di più e raggiunse una ragguardevole popolazione per l’epoca, ma questo contribuì anche alla diffusione di malattie; per questo motivo, durante il periodo sovietico, il sistema di canali fu quasi totalmente interrato.
La città venne distrutta nel 1220 dall’orda mongola guidata da Gengis Khan, che tuttavia risparmiò il minareto Kalyan.
Dopo un periodo trascorso a riprendersi dalla ferocia del conquistatore mongolo, Bukhara raggiunse di nuovo lo splendore nel XVI secolo, diventando ancora una volta capitale di un regno, il khanato di Bukhara, che ne favorì la rinascita artistica e culturale.
La città ebbe infine lo stesso declino che subirono le altre città lungo la via della Seta per via dell’abbandono della rotta commerciale, e nel XIX secolo fu conquistata dall’esercito dello zar di Russia, intento ad estendere la propria sfera d’influenza nei paesi vicini.
Gli emiri riuscirono a mantenere la loro carica formale fino alla nascita dell’Unione sovietica, quando la città venne definitivamente annessa al territorio.
3) Il centro storico
Qui di seguito riportiamo i monumenti principali che abbiamo visto nel centro storico. Con il tour guidato abbiamo impiegato più di mezza giornata, finendo poco dopo le due del pomeriggio.
Mausoleo di Ismail Samami
Il centro storico cittadino, chiamato shakristan (la città vecchia), si può visitare a piedi; consigliamo di cominciare dal mausoleo di Ismail Samami, collocato in un parco a poche centinaia di metri a ovest dalla fortezza degli emiri di Bukhara.
Il mausoleo, costruito dai Samanidi, è un edifico in mattoni di forma cubica, con la cupola semisferica. Non presenta ceramiche smaltate, ma la disposizione incrociata dei mattoni che lo costituiscono lo rendono affascinante.
Costruito attorno al 900 d.C., è uno dei monumenti più antichi della città, e fu riscoperto dai sovietici solo nel 1900.
La nostra guida Oybek ci ha raccontato che questo monumento è sopravvissuto alla distruzione di Gengis Khan grazie agli abitanti della città che, poco prima dell’arrivo dell’esercito mongolo, lo nascosero coprendolo totalmente di sabbia fino a trasformarlo in una piccola collina.
Di fianco al mausoleo è presente una vasca di raccolta dell’acqua, un tempo facente parte del sistema idrico di approvvigionamento della città.
A nord-ovest del mausoleo si trovano il gran bazar cittadino, un piccolo tratto di mura difensive, e la piazza del mausoleo Chashma Ayub.
Mausoleo Chashma Ayub
Il mausoleo Chashma Ayub (la “fonte di Giobbe”), fu costruito nel XII secolo e successivamente modificato da Tamerlano, il quale fece rimaneggiare il tetto rendendolo di forma conica, inusuale per l’epoca.
La leggenda narra che il mausoleo custodisca la miracolosa fonte d’acqua trovata dal profeta Giobbe, giunto in città in un periodo siccitoso.
Ark di Bukhara
La fortezza di Bukhara era il palazzo dell’emiro, l’epicentro del successivo sviluppo cittadino.
Si pensa che fosse eretta già nel V secolo d.C., e durante la sua storia ha subito numerose ricostruzioni e distruzioni, per ultima quella devastante compiuta dall’Armata Rossa durante la conquista del regno (infatti oggi ne rimane visitabile solo una piccola parte).
Per accedere alla fortezza bisogna attraversare la grande piazza antistante, chiamata Registan, dove si celebrano ancora oggi eventi e festività.
Una volta all’interno delle possenti mura è possibile visitare i vecchi alloggi degli emiri, trasformati in museo in cui sono presenti oggetti e abbigliamento dell’epoca.
Nelle vicinanze della fortezza si trovano un grande serbatoio per l’acqua costruito dai sovietici, molto appariscente ma fuori contesto, e la moschea Bolo-Hauz, un tempo usata come luogo di culto dagli emiri, molto fotogenica soprattutto la sera, dove la vasca adiacente può riservare delle soddisfazioni fotografiche.
Minareto e moschea Kaylan
Dalla fortezza, procedendo verso est, non si può non incontrare il simbolo della città di Bukhara, il minareto Kaylan, che grazie ai suoi 48 metri di altezza è stato punto di riferimento per generazioni di carovanieri che dovevano raggiungere la città.
Fu costruito nel 1127 per volere dell’emiro Arslan Khan, utilizzando forse le prime piastrelle smaltate di azzurro di tutta la regione.
Il minareto fu risparmiato da Gengis Khan in persona, che rimase talmente colpito da ordinare al suo esercito di fermarsi.
Oybek ci ha riferito che secondo una leggenda il grande conquistatore, proprio davanti al minareto, compì un inchino per raccogliere il cappello volato per colpa del vento.
Egli, capendo di essersi inchinato per la prima al cospetto di qualcosa, ne rimase così colpito da ordinare all’esercito di lasciarlo intatto.
Il minareto, oltre a richiamare i fedeli, venne utilizzato fino al XIX secolo per infliggere la pena capitale: i condannati a morte venivano chiusi in un sacco e fatti precipitare al suolo.
Di fianco al minareto si trova la gigantesca moschea Kaylan, ricostruita nel 1514 sulle rovine di quella distrutta da Gengis Khan. Il decorato Iwan della moschea è il portale per accedere al suo cortile interno, che può ospitare 10.000 fedeli.
Madrasa di Mir-i-Arab
Di fronte alla moschea si erge l’incantevole madrasa di Mir-i-Arab, che ha ospitato (e ospita ancora) generazioni di studenti del Corano. La madrasa cattura l’attenzione grazie alle ricche decorazioni presenti nell’Iwan, ed alle due cupole ricoperte di ceramiche smaltate di color azzurro.
Madrasa di Ulug Bek
Dietro al bazar Toqi Zargaron troverete la madrasa più antica di tutta l’Asia centrale.
Fu costruita dal celebre re astronomo Ulug Bek (1394-1449), ed è decorata con i motivi geometrici che più lo appassionarono nel corso della sua vita: le bellissime ceramiche smaltate formano dei modelli complessi aventi come elemento costitutivo tasselli a forma di poligoni e stelle, come se in qualche modo imitassero un frattale, oggetto che si ripete nella sua forma allo stesso modo su scale diverse.
Questa ripetizione ornamentale è chiamata Girih. Oggi nel suo cortile interno si trovano dei negozi d’artigianato.
Madrasa Abdoullaziz Khan
Di fronte alla madrasa di Ulug Bek si mostra in tutto il suo splendore la madrasa di Abdoullaziz Khan, costruita dall’omonimo sovrano nel 1652.
La madrasa è interessante perché è decorata con affreschi e muqarnas, decorazione molto presente nell’architettura araba, dove i raccordi tra pareti e volte sono geometricamente suddivisi in nicchie poligonali.
Tim Abdullah Khan e gli altri Bazar
Il commercio era la linfa vitale della città di Bukhara, e per questo motivo nel periodo di massimo splendore c’erano decine di bazar, caravanserragli e sei Tims, ovvero bazar con un’unica entrata, tutti aventi la caratteristica copertura di volte a cupola. Oggi, a ovest della Madrasa di Mir-i-Arab si trovano il Toqi Zargaron (il bazar dei gioiellieri), ed l’Abdullah Khan, l’unico Tim ancora in piedi della città.
Passeggiando sul viale Khakikat, che taglia longitudinalmente il centro cittadino, vi capiterà di incontrare altri bazar, dove al loro interno i commercianti espongono le mercanzie ancora oggi.
Piazza Lyabi-Hauz
A fine del viale Khakikat, per arrivare alla piazza Lyabi-Hauz, bisogna attraversare Mekhtar Street ed infine proseguire a est, lungo la strada pedonale che costeggia un canale.
Nostra tappa finale di questa prima giornata, su questa piazza è affacciato il complesso di Khanagha Nadir Divenbagi. Qui abbiamo visitato la madrasa Nadir Divenbagi, molto particolare perché sulla facciata c’è un bellissimo mosaico raffigurante due uccelli mitici (chiamati simurgi), due agnelli ed un sole dal volto umano.
Secondo la mitologia persiana, Simurg era, l'uccello che viveva sull'albero dei semi, l'Albero Tūbā, da cui erano generate le sementi di tutte le piante selvatiche, posto accanto all'albero dell’immortalità.
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Al centro della piazza si trova la più grande hauz (vasca) della città, da cui un tempo gli abitanti prelevavano l’acqua.
Questo è uno dei posti ideali dove fermarsi e riposare all’ombra degli alberi secolari di gelso, magari davanti ad un piatto tradizionale.
4) Fuori dal centro storico di Bukhara
Prima di salire in macchina e visitare i monumenti fuori dal centro storico, abbiamo scattato qualche foto alla statua di Hoja Nasruddin a cavallo di un asino.
Il mullah più famoso dell’Islam Sufi (una disciplina di perfezionamento spirituale facente parte dell’universo islamico) è il principale protagonista di innumerevoli storielle ed aneddoti in tutta la regione, che raccontano quella saggezza paradossale tipica delle storie zen orientali.
Per leggerne alcune abbiamo trovato questo link.
Sitorai Mohi Hosa, residenza Estiva dell’ultimo emiro
La residenza dell’ultimo emiro fu fatta costruire presumibilmente dai russi per allontanare l’emiro dalla fortezza cittadina dell’Ark, in modo da controllarne maggiormente le mosse politiche.
L’emiro aveva a sua disposizione, oltre alla residenza arredata secondo il gusto dell’epoca e ai giardini in cui i pavoni razzolano liberamente, un harem con piscina.
Pare che l’emiro, come nel celebre giudizio di Paride, lanciasse ogni sera una mela alla prescelta della notte.
L’edificio fu il primo di tutto il khanato a possedere la corrente elettrica, in un periodo sospeso tra tradizione e modernizzazione.
Necropoli di Chor-Bakr
La necropoli fu costruita nel XVI secolo d.C. su un terreno dove si ritiene fossero sepolti alcuni dei discendenti del Profeta. Il luogo, importante per la corrente dei Sufi, è molto silenzioso e tranquillo.
Complesso di Bakhauddin Naqshband
Il mausoleo è il luogo di sepoltura di Bakhauddin Naqshband, patrono di Bukhara e santo di notevole importanza per il Sufismo.
Il complesso, restaurato nel 1993, ha uno dei porticati più affascinanti del paese.
Qui troverete molti fedeli raccolti in preghiera che preleveranno dell’acqua da un pozzo fatto nascere proprio dal santo, al ritorno della Mecca. Secondo la leggenda locale l’acqua miracolosa è la stessa acqua santa della Mecca.
Madrasa di Chor Minor
La piccola madrasa è un edificio iconico, che faceva parte di un complesso molto più grande.
Fu costruita nel XIX su commissione di un ricco mercante, e la sua peculiarità sono 4 torri (che ricordano un pò dei minareti) le cui cupole sono rivestite di piastrelle smaltate di azzurro.
Chor Minor rappresenta l’unico monumento storico di un secolo di declino per il khanato.
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