AI CONFINI DELLA CIVILTA'
Ai confini della civiltà
La prima parola che viene in mente è surreale.
L’aereo di linea della Scandinavian che stava facendo rotta verso Kiruna, la più grande città svedese del nord (ben 20.000 anime), offriva ai nostri occhi una distesa infinita di neve.
Una volta ritirati i bagagli, abbiamo preso il bus privato che, dopo un’oretta di strada, ferma ad Abisko, frazione di Kiruna, popolata stanzialmente da circa 100 anime. In un luogo così remoto dove il tempo sembrava scorresse più lentamente, il silenzio regnava sovrano, e le giornate erano prive di un’alba e di un tramonto: oltre il circolo polare artico, durante la nostra permanenza nel periodo natalizio, non abbiamo mai visto il sole sorgere, e le poche ore di luce giornaliere dipingevano i paesaggi con variazioni di blu e rosa, come se fossimo in un eterno crepuscolo polare.
Le foto di questo articolo rendono meglio la nostra descrizione.
Da Abisko parte uno dei sentieri più famosi di tutta la Svezia, il Kungsleden, ovvero il sentiero del re, che si snoda per centinaia di chilometri in tutta la Lapponia svedese.
Il sentiero è percorribile interamente solo nel periodo tardo-primaverile ed estivo, ma varcare i primi chilometri durante il periodo natalizio, ricoperto di neve che scricchiola ad ogni passo, respirando un’aria purissima priva di inquinamento, regala una bellissima sensazione; era come se il nostro corpo ricordasse di esser in stretto collegamento con il mondo naturale, lontano dalla chiassosa società.
Lontani da questo frastuono, nel nostro primo tentativo di esplorazione siamo stati salutati da un’alce gigantesca che pascolava nel bosco! Ci siamo avvicinati così tanto (sempre tenendo una distanza di sicurezza) da sentirla sgranocchiare dei piccoli ramoscelli! Davvero un incontro memorabile, che da solo è valso il prezzo dell’intera vacanza.
Il giorno seguente abbiamo visitato Narvik con un’escursione, cittadina norvegese protetta da un drammatico fiordo, divenuta nel ‘900 importante porto commerciale per l’esportazione del ferro proveniente dalla miniera di Kiruna, che avveniva su rotaia. Per tale motivo Narvik fu teatro di feroci battaglie tra l’esercito alleato ed i nazisti, che la occuparono durante la seconda guerra mondiale. Il museo storico, moderno e ben tenuto, ci ha offerto una ricostruzione dettagliata di quel periodo, con molti reperti d’epoca, dove l’essere umano combatté contro se stesso e contro le intemperie.
Un luogo così remoto dove è possibile vedere gli allevamenti di renne della popolazione Sami, il vero popolo padrone della Lapponia, che con le sue antiche tradizioni secolari costituisce una preziosissima testimonianza sociale e culturale.
Vi starete chiedendo: perché proprio Abisko? Perché passare il Natale in un posto ai confini della civiltà umana, con una temperatura media intorno ai -15 gradi, senza pranzi e cenoni regali?
Perché già allora eravamo ben consci dell’importanza del distanziamento sociale…
A parte gli scherzi, Abisko è stata scelta per due motivi.
Il primo era dettato sicuramente dalla voglia di staccare la spina, di vivere le giornate in lentezza, circondati da una natura incontaminata. Le passeggiate nelle innevate foreste di betulle, su sentieri ai bordi di un lago ghiacciato, o ancora vicino a torrenti che saltavano dislivelli compiendo piccole cascatelle fragorose, ci hanno restituito tempo prezioso per pensare a noi stessi, per fissare obiettivi per il nostro miglioramento personale.
Il secondo motivo è stato dettato dalla possibilità di realizzare un sogno nel cassetto: vedere a occhio nudo le luci danzanti dell’aurora boreale, fenomeno che racconteremo nel prossimo articolo.
Siamo giunti a fine articolo! Se vi fa piacere o se avete domande, lasciate un commento qui sotto.
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