Yangon: sangue, sogni, oro 3/3

YANGON: SANGUE, SOGNI, ORO 3/3

Yangon: sangue, sogni, oro 3/3

Il secondo giorno era organizzato in due distinte fasi: nella prima abbiamo visitato i luoghi di interesse attorno al lago artificiale Kandawgyi, mentre nel pomeriggio abbiamo rivolto la nostra attenzione alla pagoda Shwedagon. Durante la giornata può capitar di esser avvicinati da monaci che si esercitano nel loro inglese: siate amichevoli e sempre sorridenti!

Parco Kandawgyi 

Abbiamo raggiunto Il parco Kandawgyi, prima tappa della giornata, dopo circa un’ora di camminata. 
Appariva come un’oasi silenziosa in mezzo al trambusto e al rumore, dove si può passeggiare, per alcuni tratti, sopra una grande passerella in legno attorno al grande lago artificiale coloniale, dove è “ormeggiato” il ristorante Karaweik Hall; quest’ultimo è un'enorme replica di una chiatta reale su cui erano soliti viaggiare i re birmani sui corsi d’acqua, e tra le altre cose la figura è usata come logo dalla storica e locale birra birmana “Myanmar”.

Il ristorante Karaweik Hall, enorme replica di una chiatta reale birmana.
Il ristorante Karaweik Hall, enorme replica di una chiatta reale birmana.

Chaukhtatgyi Pagoda

Questa pagoda del 1907 ospita un gigantesco Buddha in posizione sdraiata, lungo circa 66 metri ed alto come un edificio di 5 piani. 
I colori delle sue vesti dorate, il viso bianco ed i piedi ricoperti da 108 lakshana decorati (caratteristiche fisiche che contraddistinguono il Buddha) ne fecero un luogo assolutamente da visitare, anche se durante la nostra visita era in fase di restaurazione, attorniato da ponteggi di bambù. Nei dintorni monaci di qualsiasi età facevano capolino dai monasteri della zona.

Piccoli monaci mentre camminano spediti verso la scuola.
Piccoli monaci mentre camminano spediti verso la scuola.
Il Buddha sdraiato contenuto nella pagoda Chaukhtatgyi, in fase di restauro.
Il Buddha sdraiato contenuto nella pagoda Chaukhtatgyi, in fase di restauro.

Ngahtatgyi Pagoda

La pagoda contiene un’affasciante e gigantesca statua di Buddha dorato seduto su intricato trono di legno intarsiato, il cui volto era illuminato dai raggi del sole che donavano un’aura suggestiva. Come sempre l’atmosfera in questi luoghi era davvero magica, ricca di silenzio e pace interiore. 

Il grande Buddha seduto all'interno della pagoda Ngahtatgyi.
Il grande Buddha seduto all'interno della pagoda Ngahtatgyi.

Shwedagon Pagoda

Dopo aver pranzato vicino al parco Bo Gyoke (l’ingresso ricorda molto lo stile comunista del regime militare in Corea del Nord) siamo arrivati alla pagoda simbolo dell’identità nazionale, la Shwedagon, che si innalzava dalla collina di Singuttarra dominando tutto il circondario con il suo inconfondibile profilo.

E’ il luogo religioso più sacro per i birmani, ed uno dei più importanti al mondo, poiché contiene le reliquie dei quattro Buddha: la bottiglia d’acqua di Konagamana, il bastone di Kakusandha, un frammento del vestito di Kassapa e otto ciocche di capelli di Gautama (il Buddha storico).

Uno degli imponenti ingressi della pagoda Shwedagon.
Uno degli imponenti ingressi della pagoda Shwedagon.
  • Storia 

Secondo la leggenda, la Shwedagon Paya sarebbe stata fondata nel 588 A.C., il che la renderebbe lo stupa più antico della storia, ma studi archeologici recenti datano la sua edificazione nel periodo Mon, ovvero tra il VI ed il X secolo.

Il re Mon Binnya U di Bago portò lo stupa ad un’altezza di 18 metri, ma la pagoda iniziò a prender forma circa 100 anni dopo, sotto il regno della regina Shinsawbu (1453-1472), che innalzò lo stupa a 40 metri, e come lavori complementari fece erigere una terrazza tutt’intorno, aggiunse la scalinata nord e destinò personale per la sua manutenzione; inoltre diede il via alla tradizione di ricoprire lo stupa d’oro donando tanto prezioso metallo quanto era il suo peso. 

La pagoda divenne così il luogo di pellegrinaggio più famoso del Myanmar, e conseguentemente anche oggetto di saccheggio da parte prima dei portoghesi e poi degli inglesi durante le guerre anglo-birmane (fatto curioso: sia portoghesi che inglesi non riuscirono comunque a privare il popolo birmano di due diverse pesantissime campane perché si rovesciarono nel fiume durante il trasporto). 

Essendo il Myanmar uno stato soggetto ad importanti fenomeni sismici, la pagoda fu ricostruita più volte, raggiungendo la sua forma ed altezza attuale (ben 99m) nel 1800.

La Shwedagon ebbe un ruolo chiave durante tutte le manifestazioni di protesta che si verificarono nell’ultimo secolo del millennio appena trascorso.

Qui, mentre nella prima parte del ‘900 si organizzarono proteste di studenti, operai e contadini contro i coloniali britannici, nella seconda metà si vide opporre il movimento democratico al regime militare, soprattutto nel 1988 (radunando più di un milione di persone) e nel 2007 durante la Rivoluzione zafferano, movimento anti-regime organizzato da decine di migliaia di monaci buddisti.

Gli Stupa ricoperti d'oro di Shwedagon.
Gli Stupa ricoperti d'oro di Shwedagon.
Donne fotografate durante il rituale lavaggio del Buddha a Shwedagon.
Donne fotografate durante il rituale lavaggio del Buddha a Shwedagon.
  • Struttura  

Alla Shwedagon si può accedere dal livello della strada utilizzando una delle quattro scalinate coperte che terminano in cima alla terrazza; tra loro merita attenzione per la sua maestosità la scalinata a sud fiancheggiata da un serpentone di bancarelle silenziose dove si vendono perlopiù articoli religiosi ed offerte costituite da campane, fiori ed incensi.

Dopo aver salito l’ultimo gradino si apre un mondo: nonostante il caldo, tutti gli edifici sono ventilati, ed i corridoi e le sale ombreggiati e freschi. L’atmosfera di pace e tranquillità crea un effetto suggestivo quando si arriva alla piattaforma.

Il centrale (e lastricato d'oro) stupa della pagoda Shwedagon.
Il centrale (e lastricato d'oro) stupa della pagoda Shwedagon.
Uno scorcio all'interno della pagoda Shwedagon: in attesa della foto di gruppo.
Uno scorcio all'interno della pagoda Shwedagon: in attesa della foto di gruppo.

Lo stupa è un enorme struttura a forma ottagonale-conica alta 99 metri, rivestita completamente d’oro (22.000 lingotti!) che poggia su una base quadrata bianca, ed è circondata da un’infinità di statue colorate che raffigurano figure mitologiche, re, asceti e danzatrici. Dalla base si innalza la prima sezione dello stupa, composta da 3 terrazze ottagonali, circondate da 64 piccole stupa (8 per lato) dove solo i monaci possono salire.

Scultura di legno intarsiato, fotografata in un angolo della pagoda.
Scultura di legno intarsiato, fotografata in un angolo della pagoda.
Celebrazione all'interno della pagoda.
Celebrazione all'interno della pagoda.

In alto svetta l’enorme guglia, incoronata da un ombrello d’oro decorato da migliaia di pietre preziose, tra le quali è presente un diamante da ben 76 carati che diffonde i raggi del sole all’alba ed al tramonto.

Il maestoso zedi non è il solo edificio che sorge in cima alla collina: intorno ad esso sorgono una moltitudine di templi e santuari dalle bellissime forme, contenenti particolarissimi manufatti preziosi per la cultura e religione birmana, ed il tutto è popolato da un’infinità di monaci e persone venuti in visita per un momento di preghiera, di studio, di festa o anche per concedersi un momento rilassante.

Passeggiare per tutto il complesso di templi regalerà momenti unici che rimarranno per sempre nei ricordi. 

Raccolta alla preghiera sotto l'albero dell'illuminazione a Shwedagon.
Raccolta alla preghiera sotto l'albero dell'illuminazione a Shwedagon.

Siamo giunti a fine articolo! Se vi fa piacere o se avete domande, lasciate un commento qui sotto.

Commenti offerti da CComment

© 2024, The Wandering Pandas

Un piccolo gesto fa molta strada...