Ubud, il primo contatto

UBUD, IL PRIMO CONTATTO

Ubud, il primo contatto

Lo ammettiamo, l’arrivo a Bali è stato indubbiamente lontano da tutto ciò che ci saremmo mai aspettati. È iniziato tutto in aeroporto: valigie dimenticate dalla compagnia aerea nello scalo di Mosca (con riconsegna dopo ben 4 interminabili giorni), rincaro a piacere del tariffario del tassista, e cambio euro - rupia schizzato alle stelle (ovviamente a sfavore) in pieno stile Bitcoin. 

Non era stata proprio una bellissima accoglienza, ma era il prezzo da pagare per raggiungere il letto dopo un volo interminabile, nel cuore della notte. 

La perdita delle valigie comunque è stata utile per confonderci con la gente del posto ed allontanare i turisti: provate a tenere gli stessi abiti per 4 giorni, lavandoli la sera e rimettendoli subito al mattino, in un clima tropicale umido dove niente si asciuga, per di più impregnati con l’odore di fuliggine proveniente dalle offerte (e altro) che vengono bruciate in giro per l’isola. 

Agricoltori nei pressi delle risaie di Ubud.
Agricoltori nei pressi delle risaie di Ubud.

Per esplorare l’isola abbiamo scelto di noleggiare uno scooter per 5 giorni. E’ stato secondo noi il mezzo ideale per evitare le interminabili code nelle ore di punta, ed è servito per girare la parte dell’isola che ci eravamo prefissati, un’area che formava una specie di ventaglio con i due lati lunghi una cinquantina di chilometri, proprio con Ubud come vertice, dove avevamo l’alloggio. 

E poi, da buoni genovesi, era impossibile non usarlo!

La prima giornata l’abbiamo riservata all’esplorazione di Ubud, cittadina che avevamo scelto come luogo dove soggiornare.

Essendo più defilata dalla caotica Denpasar, si respirava un clima più tranquillo, anche se comunque la presenza del turismo di massa si manifestava in bar, negozi e locali.

Scultura nel tempio Saraswati.
Scultura nel tempio Saraswati.
Il tempio Saraswati.
Il tempio Saraswati.

Abbiamo iniziato l’esplorazione di Bali visitando il palazzo di Ubud ed il tempio Saraswati, lì vicino. 
A Bali, i complessi di templi sono divisi in tre sezioni:

- Jaba Pisan, il cortile frontale
- Jaba Tengah, il cortile centrale
- Jeroan, il cortile interno

Le forme delle strutture racchiuse in queste 3 zone sono tipicamente orientali a più piani, e sono circondate da vasche e piccoli altari secondari aperti con il tetto di paglia.

Piccolo dettaglio del giardino acquatico di ninfee del tempio Saraswati.
Piccolo dettaglio del giardino acquatico di ninfee del tempio Saraswati.

Nell’area sono presenti le decorazioni sulle porte e nei vari passaggi, oltre ovviamente alle innumerevoli statue raffiguranti creature mitologiche, demoni e dragoni in pietra di origine vulcanica; infine, le piante esotiche con i loro coloratissimi fiori creano una particolare cornice naturale, molte volte fondendosi con tutto l’insieme. 
Assolutamente da non perdere, nel tempio Saraswati, il bellissimo giardino acquatico di ninfee rosa.

Nel tempio delle scimmie troverete moltissimi macachi: attenzione ai vostri oggetti personali!
Nel tempio delle scimmie troverete moltissimi macachi: attenzione ai vostri oggetti personali!

Altro luogo che merita la visita è la foresta sacra delle scimmie con i suoi splendidi templi, dove vivono centinaia di dispettose scimmiette in completa libertà. Passeggiate lungo le stradine all’interno di questo parco-giungla alla ricerca del vostro o della vostra Rafiki preferita, ma raccomandiamo di non portar nulla di facilmente estraibile dai vostri zaini o dalle vostre tasche: alle scimmiette piace essere all’ultima moda con cellulari, cappelli ed occhiali da sole. 
Da ricordare: i macachi balinesi interpretano i denti mostrati nei vostri sorrisi come segni di aggressività!

Il pomeriggio lo abbiamo dedicato ad una delle tante passeggiate nel verde presenti a Ubud, lungo il crinale di Campuhan: consigliamo di percorrere solo il primo tratto, proprio dove la natura domina la scena sui pendii, restituendo molti spunti fotografici. 

Sul sentiero lungo il crinale di Campuhan.
Sul sentiero lungo il crinale di Campuhan.
Sulle colline di Campuhan.
Sulle colline di Campuhan.

Goa Gajah

Sulla via di ritorno, prima di terminare questa prima giornata, ci siamo fermati presso l’antica grotta di Goa Gajah, conosciuta anche con il nome di caverna dell’elefante.

Il portale all'ingresso dell'antica grotta di Goa Gajah.
Il portale all'ingresso dell'antica grotta di Goa Gajah.
Fiori profumati di frangipane.
Fiori profumati di frangipane.

Questa grotta, scavata nella roccia, probabilmente del IX secolo, fu usata come santuario.
La sua entrata è costituita da una porta raffigurante una grande bocca di un demone, dalla quale si accede a delle nicchie, con al loro interno delle statue induiste. Nel cortile situato di fronte alla porta ci sono due vasche quadrate che ricevono acqua da delle anfore sorrette da 6 figure femminili, usate un tempo nei rituali di purificazione che si svolgevano prima delle preghiere. 

Le sacre vasche adiacenti il tempio.
Le sacre vasche adiacenti il tempio.

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