GEOMETRIE BASALTICHE, E DOVE TROVARLE
Geometrie Basaltiche, e dove trovarle
Dopo esserci lasciati alle spalle l’immensa Dettifoss, siamo partiti alla volta di Studlagil, uno dei luoghi più fotografati d’Islanda.
Un primo contatto con le geometrie basaltiche lo avevamo già avuto il primo giorno presso la falesia di Gerduberg, dove ci ha accolto una strana formazione di roccia grigio chiara, ma solo andando a Studlagil ci siamo resi conto di quanto la natura può ogni volta sorprendere.
Il canyon era incastonato in una zona verde e lussureggiante, dove spuntavano cascine con le immancabili (e sempre guardinghe) pecore al pascolo.
Abbiamo posteggiato nel parcheggio più vicino all’incrocio con la Road 1 e, sebbene fosse quello più lontano da Studlagil, era il solo che permetteva di attraversare il fiume grazie a un ponte, per recarsi proprio all’interno del canyon, a dispetto dell’altro posteggio geograficamente molto più vicino ma in posizione troppo distante e sopraelevata.
Dopo aver camminato sul piacevole sentiero che costeggiava il fiume Jökulsá á Dal per un’ora abbondante, abbiamo intravisto le prime colonne. A quel punto il sentiero ha cominciato a scendere, digradando verso il canyon.
Le colonne basaltiche sono delle bizzarre e bellissime formazioni rocciose di forma geometrica regolare, disposte verticalmente e, anche se sembrano opera dell’uomo, sono generate dalla natura grazie a particolari fenomeni chimico-fisici.
Esse si formano quando la lava si raffredda così velocemente da contrarsi, fratturandosi in lunghe colonne verticali, che possono raggiungere la considerevole altezza di decine di metri.
Il canyon di Studlagil era semplicemente meraviglioso, con i suoi caratteristici tratti colonnari disposti sulle anse del fiume.
La parte più strana di tutto il canyon era formata da una zona di colonne che sembravano piegarsi in direzione della corrente del fiume, curvandosi a forma di arco.
Arrivammo a lambire il corso del fiume di un colore azzurro-verde molto saturo, quasi fosse dipinto.
Il canyon di Studlagil è diventato così solo nello scorso decennio, perché prima di allora tutta l’area subiva la forza distruttrice del fiume glaciale, che era in grado di allagare tutta la zona.
Dal 2009, grazie alla costruzione di una enorme diga più a monte, il livello e la forza del fiume sono diminuite, e tutta l’area, abitata prima solo da pecore, è diventata ospitale anche per l’uomo.
Geometrie basaltiche si possono trovare in tutta l’Isola, come a Svartifoss, dove fanno da cornice alla bellissima cascata omonima nel parco nazionale di Skaftafell, e nell’incantevole spiaggia di Reynisfjara.
Gli islandesi hanno stabilito una connessione profonda con la loro terra, tale da celebrarla ed esaltarla anche architettonicamente; per questa ragione in Islanda ci sono strutture che richiamano le geometrie basaltiche naturali.
Le chiese di Akureyri e Reykjavik, con le loro colonne che si innalzano nel cielo, ne sono un esempio evidente.
Impressionante è stato anche vedere l’Harpa, il nuovo teatro della capitale, un’opera sinuosa ed elegante, dove vetro e acciaio erano disposti in modo tale da fondersi alla perfezione per ricreare un’emulazione della natura vulcanica dell’isola e delle sue sorprendenti geometrie basaltiche.
Siamo giunti a fine articolo! Se vi fa piacere o se avete domande, lasciate un commento qui sotto.
Commenti offerti da CComment