NEL PARCO NAZIONALE DI GUADALUPA 1/2
Nel Parco Nazionale di Guadalupa 1/2
In questo articolo ci addentreremo nel parco Nazionale di Guadalupa, che si trova a Basse-Terre (che bassa non lo è affatto), nell’ala sinistra dell’isola.
Noi abbiamo dedicato due abbondanti mezze giornate di visita a questa zona, concedendoci sempre del riposo pomeridiano in spiaggia.
Per questo motivo consigliamo di compiere l’ascensione al vulcano nel primo giorno, e di toccare i punti di maggior interesse il giorno successivo.
Il parco Nazionale ha come suo centro il vulcano della Soufrière (la Vecchia Signora), che con i suoi 1467 metri risulta il punto più alto di tutta l’isola (troverete un cartello con la scritta “La Decouverte”). Dalla sua cima parzialmente fumante… difficilmente vedrete qualcosa perché è quasi sempre avvolta dalle nuvole che scaricano pioggia, ma questa caratteristica ha consentito un incredibile sviluppo della foresta tropicale.
Camminare in questo ambiente ricco di alberi, grovigli di liane, felci ed alocasie giganti (vedere la mano per credere) sorprende l’occhio del visitatore, soprattutto se fino al giorno prima era a godersi un bagno nelle assolate spiagge bianche di Grande-Terre.
Il parco Nazionale ha una rete intricata di sentieri: per darvi un’idea, servirebbero settimane per percorrerli tutti!
Noi, avendo un limitato tempo a disposizione, abbiamo deciso di raggiungere solo la cima del vulcano.
Il punto di partenza di questa escursione, (consigliata a persone allenate, circa due ore solo andata), è il parcheggio vicino Bains Jaunes, una piccola piscina termale dove la temperatura dell’acqua raggiunge i 30 gradi.
Come recita il cartello, è vietato immergersi con la testa perché c’è il rischio di sviluppare fatali meningiti per la possibile proliferazione di amebe pericolose per l’uomo!
Superando la vasca, si percorre un sentiero parzialmente lastricato che si addentra nella giungla lussureggiante e raggiunge i torrioni alla base del vulcano, dove la vegetazione lascia spazio a terriccio fangoso, muschi e licheni.
L’ultimo tratto è il più duro di tutta l’ascensione, in quanto la cima viene tra forte vento, pioggia battente e roccette scivolose.
Se sarete più fortunati di noi, avrete una vista impareggiabile su tutta l’isola, ma vogliamo avvisarvi: le volte in cui la visibilità è buona in inverno si contano sulle dita di una mano.
Dalla vetta è possibile imboccare altri sentieri, ma non conoscendo la zona e viste le condizioni avverse siamo tornati giù per la pausa pranzo.
Come sempre nel pomeriggio, ci siamo rifocillati nelle spiagge vicino il nostro alloggio di Le Gosier.
Siamo giunti a fine articolo! Se vi fa piacere o se avete domande, lasciate un commento qui sotto.
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