GALATA, BEYOGLU E LA PARTE ASIATICA
Galata, Beyoglu e la parte asiatica
Oltrepassando il caratteristico ponte che unisce la città vecchia a quella nuova e porta al suo interno molti ristoranti e caffè, vi ritroverete nella zona di Galata. Dopo la visita dell’iconica torre e del circondario, abbiamo raggiunto piazza Taksim passeggiando nella trafficata Istiklal Caddesi, ed infine siamo scesi dalla collina verso il quartiere di Besiktas, dove abbiamo visitato il palazzo Dolmabahçe ed il museo navale. Il giorno successivo, il nostro ultimo a disposizione per visitare la città, siamo andati con il traghetto nella parte asiatica.
Torre di Galata e dintorni
Nel 1261 la repubblica di Genova ricevette dall’imperatore bizantino Michele Paleologo l’area collinare di Galata, sull’altra sponda del Corno d’Oro, come ricompensa per aver difeso Costantinopoli dai crociati.
I genovesi, sulle rovine di una precedente torre eretta da Giustiniano, costruirono la celebre torre di Galata e fortificarono la propria città-stato.
La torre, alta 61 metri,è uno dei simboli della città; nel corso dei secoli è stata usata come prigione, punto di osservazione astronomico e addirittura rampa di lancio per i primi pionieri del volo! A tal proposito si narra che l’aviatore Hezarfen Ahmet Çelebi si lanciò dalla torre: dotato di grandi ali artificiali, superò il Bosforo e atterrò nel quartiere di Uskudar.
Una volta raggiunta la balconata superiore avrete una magnifica vista dello skyline della città, dove vedrete i profili delle moschee alternarsi a quartieri storici e moderni. All’interno della torre è possibile vedere alcune pesantissime maglie della catena che anticamente proteggeva la città dagli attacchi navali.
Una volta scesi dalla torre, nel giardino del buon ristorante“Il Cortile” abbiamo visto i resti delle antiche mura, e girovagando tra le viuzze abbiamo trovato l’antica porta della città che presenta una lastra di marmo recante la croce di san Giorgio, simbolo di Genova (purtroppo la porta era in restauro).
Sempre in zona, in direzione sud verso il Corno d’Oro, è presente la scala della famiglia ebraica Kamondo, che con le sue particolari forme è diventata famosa grazie al contributo fotografico di Henri Cartier-Bresson.
Beyoglu e dintorni
Istiklal Caddesi, il viale principale di collegamento tra piazza Taksim e piazza Tunel, a due passi dalla Torre di Galata, è un fiume ininterrotto di gente, uno dei luoghi più visitati dai turisti e dai turchi che compiono la passeggiata del fine settimana.
Percorsa per tutta la sua lunghezza dall’iconico tram rosso, che porta nostalgicamente all’epoca dell’indipendenza turca, la grande arteria di Istanbul riesce a catturare con le sue luci e le sue grandi vetrine le persone che la affollano, desiderose di acquistare una prelibatezza dolciaria o un vestito alla moda.
Questa modenità si contrappone ai palazzi storici, la chiesa neogotica cattolica di San Antonio, i chioschi ambulanti con le pannocchie e le castagne arrosto, i negozi d’antiquariato che conservano suppellettili e memorie di un tempo, i ristoranti tradizionali e le storiche pasticcerie.
Istiklal ha anche un volto che si mostra la sera, quello truccato e pettinato di chi desidera vivere la notte: le vie secondarie che confluiscono in quella principale sono la meta più importante della movida cittadina, dove centinaia di bar e locali serali offrono alcolici e narghilè fino alle prime luci dell’alba, coadiuvati da venditori di kebab e zuppe che riportano sotto controllo il tasso alcolemico.
Benvenuti nel luogo della tolleranza, benvenuti nel luogo dove il fondamentalismo crolla, una sorta di cittadella dove sono state compiute manifestazioni verso i diritti delle comunità LGBTQ, delle donne e dei lavoratori, proprio in mezzo a un paese non certo pienamente orientato all’apertura.
Palazzo Dolmabahçe e museo navale
Da piazza Taksim abbiamo preso Inönü Caddesi, siamo scesi fino al Vodafone Stadium del Besiktas, e da lì abbiamo proseguito fino al lussuoso palazzo Dolmabahçe, visitabile solo con visita guidata obbligatoria (niente foto all’interno del palazzo).
Il sultano Abdülmecid I, desideroso di alloggiare in sfarzosa reggia basata sullo stile dei reali europei del periodo, capì che il palazzo medievale Topkapi mal si prestava ad una trasformazione radicale per i nuovi standard ottocenteschi, e quindi ordinò la costruzione del nuovo palazzo nei pressi di una baia lungo le sponde del Bosforo, nel quartiere di Besiktas, che fu via via abbellito da giardini imperiali.
Il palazzo, il più grande del suo genere in tutta la Turchia, è costituito da 3 edifici: uno per gli uomini, uno per le donne e uno per la vita di corte. Il palazzo occupa una superficie di 45000 m², ben 285 stanze e 44 sale da ricevimento sono caratterizzate dall’intreccio tra lo stile ottomano e quello rococò.
Durante la visita, di notevole interesse sono:
l lampadario di cristallo Bohemien appeso al centro del salone d’ingresso: con il primato di essere il più grande lampadario del mondo, e dal peso di 4,5 tonnellate, fu regalato dalla regina inglese Vittoria.
La stanza dove morì, il 10 novembre 1938, il primo presidente della Repubblica Turca Mustafa Kemal Atatürk. L’orologio è simbolicamente fermo alle 9:05, ora del decesso dell’amatissimo e tutt’oggi compianto presidente.
Uscendo dal palazzo e percorrendo tutto il suo perimetro in direzione nord si arriva al Deniz Müzesi Sanat Galerisi (Museo navale), dove sono presenti molti caicchi del periodo ottomano, abbelliti da ornamenti intagliati e dipinti.
Parte asiatica
L’ultimo giorno a nostra disposizione per visitare la città ci siamo spinti nella parte asiatica.
Per arrivare a Üsküdar abbiamo preso uno dei tanti traghetti che naviga sul Bosforo e costeggia la famosa e millenaria torre greco-bizantina di Leandro, purtroppo chiusa per restauro.
Nella parte asiatica, lontana dai riflettori del turismo, abbiamo percorso a piedi la strada principale che volge verso sud e arriva nel centro del vivace quartiere di Kadıköy, dove è molto piacevole girovagare e assaggiare delizie salate e dolciarie che propongono i negozi storici ed i banchetti presenti nel mercato principale.
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