Direzione Portovenere

Partenza:
Arrivo:
Lunghezza percorso:
Dislivello:
Difficoltà:
Giro ad anello:
Periodo escursione:

Riomaggiore
Portovenere
11 Km

700 mt
Escursionistica
No, possibile ritorno via mare.
Giugno

Il sentiero si snoda nella macchia mediterranea, dove il profumo delle ginestre in fiore si mischia alla salsedine del mare

DIREZIONE PORTOVENERE

Partenza: Riomaggiore
Arrivo: monte Portovenere
Lunghezza percorso: 11 km.
Dislivello: 700 mt.
Difficoltà: escursionistico
Giro ad anello: No, possibile ritorno via mare.
Periodo escursione: giugno 

Direzione Portovenere

Lasciamo le coordinate del punto di partenza dell'articolo:
44.098650, 9.737679
(Copia e incolla nella ricerca di Google Maps)

É uno dei sentieri più belli del mondo, con panorami e scorci indimenticabili. Il sentiero si snoda nella macchia mediterranea, dove il profumo delle ginestre in fiore si mischia alla salsedine del mare, e lo sguardo viaggia oltre i vitigni coltivati a terrazzamenti sul mare, tuffandosi nell’infinito.
 

Riomaggiore e le sue case abbarbicate sulla scogliera che cercano spazio.
Riomaggiore e le sue case abbarbicate sulla scogliera che cercano spazio.
Verso il santuario di Montenero: una finestra sul mar Ligure.
Verso il santuario di Montenero: una finestra sul mar Ligure.

Da qui si riparte sul tratto di sentiero del Telegrafo (per via del telegrafo costruito nell’Ottocento). 

Non era un trekking, era un continuo contemplare la natura, un po’ come se si cogliesse l’idea più preziosa di un celebre pittore intento a dipingere il suo quadro più famoso: gialle ginestre in piena fioritura, verdi terrazzamenti coltivati a vite, bianchi gelsomini profumati, il tutto arricchito da scenici panorami che si tuffavano dall’azzurro del cielo al profondo blu del Tirreno. 

La frastagliata costa delle 5 Terre, e in basso, Riomaggiore.
La frastagliata costa delle 5 Terre, e in basso, Riomaggiore.

Dopo una colazione rinforzata presso il bar della stazione di Riomaggiore, abbiamo percorso il lungo tunnel che porta in via Colombo. Una volta lì si sale un’infinità di scalini che termina nella zona del cimitero, in posizione sopraelevata rispetto la città. Altri gradini da compiere, altro sudore sulla fronte come nel giorno precedente (link), finché non si raggiunge il santuario di Montenero, che con la sua vista invidiabile domina incontrastato sul mare, immerso nella pace. 

Vigneto sopra Riomaggiore con vista mare.
Vigneto sopra Riomaggiore con vista mare.
Dettaglio fiorito mentre si percorre il sentiero che raggiunge la posizione del
Dettaglio fiorito mentre si percorre il sentiero che raggiunge la posizione del "telegrafo".

Da qui si riparte sul tratto di sentiero del Telegrafo (per via del telegrafo costruito nell’Ottocento). 
Non era un trekking, era un continuo contemplare la natura, un po’ come se si cogliesse l’idea più preziosa di un celebre pittore intento a dipingere il suo quadro più famoso: gialle ginestre in piena fioritura, verdi terrazzamenti coltivati a vite, bianchi gelsomini profumati, il tutto arricchito da scenici panorami che si tuffavano dall’azzurro del cielo al profondo blu del Tirreno. 

Questi scorci che si perdono nell'infinito del mare che bagna le 5 Terre vi accompagneranno per tutto il trekking.
Questi scorci che si perdono nell'infinito del mare che bagna le 5 Terre vi accompagneranno per tutto il trekking.
Dopo questo tratto indimenticabile il sentiero diventa più boscoso e, lasciandosi alle spalle gli ultimi terrazzamenti, raggiunge Campiglia, grazioso borgo collinare da cui si può osservare il Golfo dei Poeti con lo sfondo riempito dalla maestosità delle Alpi Apuane.

Si continua proseguendo per il Muzzerrone, dove il tratto a mezza costa ci stava regalando la vista di un’imponente falesia a picco sul mare.

Il golfo di La Spezia, con le Alpi Apuane come sfondo.
Il golfo di La Spezia, con le Alpi Apuane come sfondo.
In lontananza, visto dal borgo di Campiglia: l'isola di Palmaria.
In lontananza, visto dal borgo di Campiglia: l'isola di Palmaria.

Una volta superato questo tratto siamo scesi verso la nostra meta della giornata. Abbiamo raggiunto Portovenere dall’alto: davanti ai nostri occhi c’erano l’antico ed imponente Castello Doria, eretto nel basso Medioevo, la solitaria chiesa di San Pietro (edificata probabilmente su un tempio pagano dedito all’adorazione della dea Venere), situata sulla scogliera all’ingresso del golfo, e la verdissima isola di Palmaria, circondata da un mare con acque turchesi. 

I superlativi colori del mare che bagnano Portovenere e l'isola Palmaria.
I superlativi colori del mare che bagnano Portovenere e l'isola Palmaria.

Là fuoriesce il tritone dai flutti che lambiscono le soglie dun cristiano tempio, ed ogni ora prossima è antica. Ogni dubbiezza si conduce per mano come una fanciulla amica. Là non è chi si guardi o stia di sé in ascolto. Quivi sei alle origini e decidere è stolto: ripartirai più tardi per assumere un volto”
Eugenio Montale, Portovenere 

Dopo aver dedicato osservato qualche minuto questo panorama, anch’esso facente parte dei patrimoni dell’umanità, siamo scesi al piccolo porticciolo dove si ha molta scelta per riposare e stuzzicare qualche boccone. 

La celebre grotta di Byron, subito dietro Portovenere.
La celebre grotta di Byron, subito dietro Portovenere.
Portovenere vista dal castello Doria.
Portovenere vista dal castello Doria.

Qui si trova anche la grotta di Byron, celebre cavità dove il poeta traeva ispirazione per le sue composizioni, visibile da una delle bifore lungo il percorso che porta alla chiesa.

Riomaggiore vista dal battello preso per il ritorno da Portovenere.
Riomaggiore vista dal battello preso per il ritorno da Portovenere.

Abbiamo così concluso il sentiero dell’infinito ritornando in traghetto verso Riomaggiore, dal quale abbiamo osservato, a circa metà tragitto, il piccolissimo villaggio contadino di Monesteroli incastonato sulla falesia. 

Cinque Terre, è stato un arrivederci. 

Cartina dell'escursione

Mappa dell'escursione da Riomaggiore a Portovenere

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