Misticismo verso Batur

MISTICISMO VERSO BATUR

Misticismo verso Batur

Svegliarsi la mattina presto durante un viaggio ha indubbi vantaggi, tra i quali riuscire a vedere più cose durante la giornata. 
A Bali ha un duplice vantaggio, evitare il turismo di massa ed evitare una miriade di venditori ambulanti alla ricerca della vostra attenzione. 
Consigliamo quindi, se possibile, di dedicare la prima parte della mattinata ai luoghi più gettonati, tra cui il santuario di Tirta Empul.

Porzione del giardino acquatico di Tirta Empul.
Porzione del giardino acquatico di Tirta Empul.

Tirta Empul 

Questo tempio fu dedicato a Vishnu, dio dell’acqua, e fu edificato nel lontano 926 d.C., durante la dinastia Warmadewa.
La leggenda narra che il dio Bhatara Indra, per far tornar in vita il suo esercito avvelenato dal malvagio re Mayadenawa, creò una sorgente magica trafiggendo la terra con il proprio bastone. 
La visita al “Tempio dell’acqua che sgorga dalla terra” è stata una di quelle più cariche di spiritualità durante la nostra permanenza a Bali. Nel complesso, costituito armoniosamente da templi, altari, statue e vasche, si riversano ogni giorno fedeli e visitatori per ripetere il Melukat, antico rituale di purificazione del corpo e dello spirito.

Fedele immerso nella vasca rituale del Tirta Empul.
Fedele immerso nella vasca rituale del Tirta Empul.

Esso si svolge in quest’ordine:
Il fedele, dopo aver pregato gli dei presso uno degli altari e presentato la sua offerta, procede con il capo chino e mani giunte all’interno del Jaba Tengah (il cortile centrale), dove si immergerà nella piscina, dopodiché si soffermerà per qualche istante, da ovest verso est, sotto 11 fontane da cui sgorga l’acqua sacra (la dodicesima e tredicesima sono dedicate ai riti funerari).   
Andarci presto significa vivere in assoluta tranquillità la sacralità di questo luogo, quando l’odore dell’incenso che arde riempie l’aria mentre i fedeli si raccolgono in preghiera. 
Per concludere la visita siamo passati dal cortile interno, dove era presente una piscina riempita da tante coloratissime carpe koi. 

Dettaglio della vasca di purificazione.
Dettaglio della vasca di purificazione.
Carpe Koi riempiono le piscine del tempio.
Carpe Koi riempiono le piscine del tempio.

Gunung Kawi

A circa 20 minuti in moto da Ubud si trova il complesso funerario di Gunung Kawi che, immerso in uno splendido contesto naturale, fu costruito attorno al XI secolo, e comprende dieci statue alte circa 7 metri, ricavate in altrettante nicchie scavate nella roccia. 

Per giungere al sito, che si trova in una specie di canyon circondato da bellissimi terrazzamenti coltivati a riso, bisogna affrontare un saliscendi che si snoda su centinaia di scalini, cascate e ponticelli sull’acqua, e che per tutta la visita ci ha dato l’impressione di esser catapultati all’interno di una delle scenografie di Tomb Raider.  

Le grandi nicchie scolpite nel tufo del tempio di Gunung Kawi.
Le grandi nicchie scolpite nel tufo del tempio di Gunung Kawi.

Zona del vulcano Batur

La strada che porta nella cittadina di Kintamani è ricca di punti d’osservazione che permettono di ammirare da una certa altitudine il maestoso vulcano Batur, attivo ancora oggi. 
Lì vicino ci siamo fermati al tempio Pura Ulun Danu Batur, di più recente costruzione: se riuscirete a superare indenni i ripetuti, quasi insistenti tentativi di vendita da parte dei venditori improvvisati che vi attenderanno all’esterno, vi godrete la tranquillità del luogo.

Il tempio Pura Ulun Danu Batur.
Il tempio Pura Ulun Danu Batur.

Prima di fare retromarcia verso Ubud, nel pomeriggio ci siamo recati all’arroccato Pura Puncak Penulisan, il tempio Hindu più alto di Bali, dal quale, una volta in cima, si possono vedere antiche statue e, nuvole permettendo, si può godere di un’ottima vista delle linee di costa a nord e del paesaggio circostante.

Il vulcano Batur.
Il vulcano Batur.

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