Lunghezza percorso:
Parcheggio di Camogli
Abbazia di San Fruttuoso
7 Km
600 mt solo andata
Escursionistica, per Esperti
No, ritorno opzione traghetto
Marzo
E si gettarono
per scomparire per sempre
in quel vertiginoso punto
a picco sul mare.
L'ULTIMO BACIO
Lunghezza percorso: 7 km.
Periodo escursione: marzo
L'ultimo bacio
Lasciamo le coordinate del punto di partenza dell'articolo:
44.346982, 9.156903
(Copia e incolla nella ricerca di Google Maps)
Itinerario alternativo
Partenza = Parcheggio di Camogli
Arrivo = abbazia di san Fruttuoso di Camogli. Ritorno a Camogli passando da Pietre Strette
Dislivello complessivo = 1200mt.
Difficoltà = Escursionistico, per Esperti
Lunghezza complessiva = 14 km.
Giro ad anello = Si
Info utili:
Il percorso è da evitare nella stagione estiva per il caldo.
Attenzione! Il sentiero è riservato solo ad escursionisti esperti per il tratto che si deve affrontare dopo le batterie: è attrezzato con catene per l’esposizione molto elevata, pericolosa per chi non ha un passo sicuro e soffre di vertigini.
Non affrontate sentieri se non siete sicuri: dalle batterie è possibile salire fino a semaforo Nuovo, dal quale si potrà raggiungere l’abbazia di san Fruttuoso con un percorso molto più semplice.
Si narra che un tempo due giovani innamorati si diedero un bacio e si gettarono in mare da una ripidissima parete, ultimo gesto contro l’egoismo familiare che osteggiava la loro unione: quel punto a picco sul mare prese così il nome del passo del Bacio, percorso oggigiorno da uno dei sentieri più spettacolari di tutta la Liguria, di cui ci occuperemo in questo articolo.
Il punto di partenza di questa gita che vi toglierà il fiato (sia per l’impegno sia per il maestoso paesaggio) comincia dalla stazione dei Carabinieri di Camogli, da cui parte la crêuza, il tipico viottolo ligure, che raggiunge rapidamente (e ripidamente) la frazione di San Rocco di Camogli, dove potrete godere di una splendida vista sul mare.
Dalla parrocchia di San Rocco abbiamo superato gli insediamenti di Poggio e Mortola, e siamo giunti in località Fornelli (chiamata così perché un tempo si preparava il carbone), tralasciando la scalinata che porta alla suggestiva Punta Chiappa (piatta). San Rocco è interessata da movimenti franosi causati dalla continua opera di erosione del mare, e ciò è visibile soprattutto nei muri di una vecchia scuola elementare che si incontra durante il percorso; per questo motivo durante i decenni scorsi si è provveduto a rinforzare la spalla di falesia che si getta direttamente nel mare, molto ben visibile da località Batterie. Qui abbiamo incontrato i resti dei bunker risalenti alla seconda guerra mondiale, che per fortuna non furono interessati dalla violenza del conflitto.
Il panorama era sublime, con la macchia mediterranea che spuntava tra le rupi ed i primi strapiombi rocciosi.
Dai bunker comincia il tratto più impegnativo di tutta la giornata, che come detto prima è riservato esclusivamente a camminatori che non soffrono di vertigini.
Il sentiero non presenta particolare impegno fisico come una ferrata, ma bisogna esser consci che si tratta sempre di un tratto esposto a picco sul mare, paragonabile ai sentieri che si incontrano in alta montagna: siate prudenti e vestiti adeguatamente!
Questo tratto ci ha restituito gli scorci più memorabili della giornata: a destra l’infinito blu che si univa al cielo, ed a sinistra i vertiginosi torrioni e la falesia di conglomerato. Eravamo immersi nell’inebriante profumo della macchia mediterranea, scaldati dal tiepido sole di inizio primavera.
Giunti al passo del Bacio la vista mozzafiato su cala dell’Oro e su punta Torretta ha ripagato tutte le fatiche.
Il sentiero sulla cengia a picco sul mare prosegue ancora per qualche centinaio di metri in un ambiente spettacolare, dopodiché rientra nel bosco e risale faticosamente verso l’interno del promontorio, giungendo a Costa del Termine, spartiacque a cui arriva anche il versante di san Fruttuoso.
Percorrendo i tornanti di questo ripido versante si comincia a delineare un antico complesso religioso, che appare come incastonato magnificamente nel contesto paesaggistico dell’impervio luogo, a pochi passi dal mare turchese del Levante ligure: l’abbazia di san Fruttuoso.
Questo isolato angolo umano fu edificato vicino ad una sorgente d’acqua per mano di Prospero di Tarragona nel VIII secolo d.C., vescovo in fuga dalla conquista araba della Spagna. Secondo la tradizione egli scelse questo luogo perché san Fruttuoso gli apparve in sogno, indicandogli la nuova posizione dove custodire le proprie sante reliquie.
L’abbazia fu ampliata dai Doria, un tempo i governatori della Repubblica marinara di Genova, che la scelsero come luogo di sepoltura.
Oggi questo luogo di pace, immerso nella macchia mediterranea e circondato dai terrazzamenti di ulivi, è affidato alle premurose cure del Fai, mentre la baia antistante ospita la statua bronzea del Cristo degli Abissi, a 17 metri di profondità, celebre sito di immersioni subacquee. La statua fu voluta da Duilio Marcante in seguito alla morte dell’amico Dario Gonzatti durante un’immersione. Copia della statua è visibile nella chiesa di San Fruttuoso.
A questo punto la gita può dirsi conclusa se dopo il pranzo si prende il traghetto che riporta al porto di Camogli.
Se invece avete ancora energie e volete chiudere l’anello, dopo esservi rifocillati sulla spiaggia imboccate la mulattiera dietro l’abbazia, che procede in salita attraversando prima dei terrazzamenti e poi il bosco, arrivando all’agri-rifugio in località Molini, da cui godrete di un altro incantevole scorcio.
Si prosegue per per Pietre Strette, importante crocevia di sentieri, e poi abbiamo proseguito per località Gaixella, dove c’è la deviazione che ci avrebbe condotto di nuovo a San Rocco di Camogli, attraverso un fitto bosco appenninico.
Cartina dell'escursione
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