Mimetizzazione sopra punta Chiappa

Partenza:
Arrivo:
Lunghezza percorso:
Dislivello:
Difficoltà:
Giro ad anello:
Periodo escursione:

Camogli
Punta Chiappa
7 Km
400 mt
Escursionistica
Si
Marzo

Esplorando le
antiche rovine di
quelle che dovevano essere le fortificazioni difensive contro
le incursioni navali alleate

MIMETIZZAZIONE SOPRA PUNTA CHIAPPA

Partenza: Camogli
Arrivo: punta Chiappa
Lunghezza percorso: 7 km.
Dislivello: 400 mt.
Difficoltà: escursionistico
Giro ad anello: si
Periodo escursione: marzo

Mimetizzazione sopra punta Chiappa

Lasciamo le coordinate del punto di partenza dell'articolo:
44.346280, 9.157281
(Copia e incolla nella ricerca di Google Maps)
 

Info utili:
Il percorso è da evitare nella stagione estiva per il caldo.
Ricordate di portare un cappello e fare scorta d’acqua prima di incamminarvi.
Se siete stanchi, da punta Chiappa è possibile ritornare a Camogli in battello: per gli orari vi lasciamo il link della compagnia ufficiale del golfo del Tigullio.

La collina di Ruta, visibile dalla creuza che porta a San Rocco di Camogli.
La collina di Ruta, visibile dalla creuza che porta a San Rocco di Camogli.

Descrizione:
Il promontorio di Portofino racchiude nel suo territorio frammenti di storia che appartengono ad epoche diverse: nella graziosa baia di san Fruttuoso si erge la millenaria abbazia, lungo le aggettanti falesie di conglomerati corre l’ottocentesco sentiero dei tubi, il borgo marinaro di Camogli accoglie il tardo-medievale castello di Dragonara.

Immersi tra la macchia mediterranea del Parco si possono anche trovare delle costruzioni ben conservate (casematte e batterie) risalenti alla seconda guerra mondiale, di cui ci occuperemo in questo articolo. Per chi volesse approfondire, alla fine del testo sono presenti link e riferimenti bibliografici.

San Rocco di Camogli.
San Rocco di Camogli.

Storia:
Il preludio alla costruzione di queste postazioni fu lo smacco che subì l’Italia fascista nel febbraio 1941, quando la marina inglese bombardò indisturbatamente Genova dal mare. 

I gerarchi fascisti si resero conto che era imperativo costruire delle fortificazioni munite di cannoni navali dalla lunga gittata, posizionate lungo la costa, a protezione del capoluogo ligure, e che uno dei punti strategici corrispondeva all’interno della selvaggia macchia mediterranea sopra punta Chiappa: furono dunque avviati i lavori della nuova batteria difensiva, dove furono posizionati i cannoni 152/45, capaci di sparare colpi d’artiglieria a 19 chilometri di distanza. 


Uno dei primi bunker mimetizzati che si trova sul sentiero delle batterie di punta Chiappa.
Uno dei primi bunker mimetizzati che si trova sul sentiero delle batterie di punta Chiappa.

Per portare i materiali da costruzione ed i pesantissimi cannoni venne impiegata moltissima manodopera, e vennero installati dei binari su cui i carrelli coprivano un dislivello di 250 metri partendo dal livello del mare. 

La parte più difficile fu quella di perforare la puddinga, ovvero la roccia dura di conglomerato che si incontra in questa zona del parco: per questo motivo fu utilizzato dell’esplosivo. 

I lavori si protrassero per ben due anni, costruendo: dei tunnel sotterranei di collegamento tra le postazioni, l’armeria, le caserme dei militari, il lavatoio, le latrine, l’infermeria ed un punto di osservazione. 

Dopo l’armistizio del settembre del 1943 le batterie di località “Erbaio” passarono ai tedeschi, che grazie alla famigerata amministrazione militare tedesca TODT fortificò le casematte e nascose i cannoni antinave in nuovi bunker di cemento armato dallo spessore di 2 metri. 

I circa 100 uomini del 619° battaglione tedesco minarono il circondario, e rimasero fino alla liberazione. I resti delle batterie sono ancora ben conservati perché questa zona non fu interessata né dai bombardamenti alleati né da episodi di violenza durante il periodo della resistenza.   

Una delle installazioni fortificate che ospitava i cannoni antinave.
Una delle installazioni fortificate che ospitava i cannoni antinave.

Il sentiero:
Partendo dal parcheggio di Camogli, si svolta a sinistra superando la caserma dei Carabinieri e si prosegue verso la frazione di San Rocco, salendo centinaia di gradini che si snodano tra case di campagna e campi coltivati.

Per una camminata meno impegnativa è possibile partire direttamente dal parcheggio di San Rocco. 

Una volta arrivati nella piazzetta della chiesa di san Rocco, per i più golosi è presente un fornaio storico, ubicato subito dopo i primi scalini che partono dalla chiesa e scendono verso Camogli.

Vecchie costruzioni usate durante la guerra.
Vecchie costruzioni usate durante la guerra.

Da San Rocco si seguono le indicazioni per le Batterie, percorrendo il sentiero che, dopo aver superato i caseggiati di Mortola e Fornelli, entrerà nella zona boscosa sopra porto Pidocchio e punta Chiappa. 

Dopo la prima batteria si scende ripidamente verso punta Chiappa, dove lungo il tracciato sono presenti tutte le altre installazioni militari. Qui ci si rende conto di tutta la fatica che  venne fatta per costruire questo sistema difensivo mimetizzato. 


Punta Chiappa vista dalle ultime fortificazioni.
Punta Chiappa vista dalle ultime fortificazioni.

Una volta arrivati nella pittoresca punta Chiappa (uno dei tanti famosi punti di immersione del parco di Portofino), si risale verso porto Pidocchio e San Nicolò di Capodimonte, celebre per la sua graziosa chiesetta romanica in pietra. 

Da qui occorre compiere un ultimo sforzo per risalire ancora ed incontrare il tracciato dell’andata che riporta a San Rocco.


La chiesetta di San Nicolò di Capodimonte.
La chiesetta di San Nicolò di Capodimonte.
Punta Chiappa.
Punta Chiappa.
Per approfondire: 
  • Gianfranco Coari “Bunker della guerra sul monte di Portofino. Die II° Marine-Küsten-Batterie Chiappa” edizioni Il Geko, 2013
  • Ente Parco Portofino 

Mappa dell'escursione.

Mappa dell'escursione.

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