ARRIVO A TASHKENT

Arrivo a Tashkent

Ore 6.00, arrivo all’aeroporto internazionale di Tashkent.

Passaporto timbrato, siamo entrati ufficialmente in Uzbekistan, nostra destinazione estiva 2022.

All’uscita bagagli ci stava aspettando quella che sarebbe stata la nostra impeccabile, professionale ed amichevole guida Oybek, di cui vi racconteremo di più nei prossimi articoli di questa sezione. A quell’ora il sole era già alto e stava riscaldando l’ampia zona di sosta dove era parcheggiata la Chevrolet Lacetti, che ci avrebbe scarrozzato in giro fino a tardo pomeriggio.

Ovviamente era una Chevrolet, ovviamente era bianca. In Uzbekistan vedrete quasi esclusivamente Chevrolet di questo colore, e se vi state chiedendo se abbiano finito i colori ed i modelli di automobili, siete fuori strada. Questa particolarità è riconducibile a tre motivi: all’interno del paese c’è una grande fabbrica di produzione Chevrolet, importare auto dall’estero costa parecchio, e soprattutto il torrido caldo estivo sbiadisce in poco tempo tutti i colori, eccetto il bianco. Bianco era anche il vestito dell’autista che gentilmente prese i bagagli ed avviò il motore. Primo stop l’Hotel Shodlik, dove ci attendeva la prima colazione e giusto 2 ore di relax.

La struttura retrò, in stile sovietico, ci ha catapultato per un attimo in un libro di Ian Fleming, e a dar manforte all’immaginazione hanno contribuito la serratura della porta, apribile tramite una tessera forata anni 70/80’, la televisione a tubo catodico e l’arredamento in linea con l’epoca dell’edificio.

L’hotel presenta lo stesso stile architettonico di quasi tutta la città, ricostruita dopo il grande terremoto del 1966, con i mastodontici palazzi governativi in vetro e marmo che rappresentavano lo sconfinato potere dell’esecutivo. Il resto della città, nascosta tra i moltissimi alberi presenti, passa in secondo piano rispetto a questi palazzi, simboli politici viventi, che sono gli unici ben visibili mentre si percorrono gli ampi viali cittadini, anch’essi retaggio di una vecchia ideologia secondo cui il popolo doveva sottostare al rigido sistema di governo.

Diametralmente opposta è stata la piacevole vista che ci regalava l’ampio balcone della nostra camera, con il moderno skyline formato da grattacieli in costruzione, volontà di un cambiamento politico in atto, un tentativo di apertura al mondo contemporaneo. Dopo il breve riposo ed il successivo cambio Euro-Sum al piano terra dell’hotel, siamo stati accompagnati in macchina nei vari punti d’interesse della città, con Oybek sempre pronto a spiegarci tutto in un italiano perfetto. Riportiamo qui di seguito tutto quello che abbiamo visto e vissuto a Tashkent.

Complesso Hazrati Imam
Complesso Hazrati Imam

Complesso Hazrati Imam

Presso questo complesso abbiamo visto i primi meravigliosi edifici islamici dell’Uzbekistan, costituiti da facciate in muratura color sabbia decorate da piastrelle con motivi blu, e coronate da cupole turchesi.

Nel complesso si trovano:

  • Il mausoleo Kaffal Shoshi, dedicato al poeta e studioso islamico.
  • La bellissima madrasa Barak Khan, eretta da uno dei discendenti di Mirzo Ulugbek, di cui racconteremo nei prossimi articoli. L’edificio, la cui facciata è finemente rivestita da ceramiche e decorazioni calligrafiche, ospita un giardino e le celle degli studenti.
  • La moschea Tellya Sheikh, fondata nel XVI secolo, lo stesso periodo della madrasa Barak Khan
  • La biblioteca museo Moye Mubarek, che tra le migliaia di manoscritti e libri antichi custodisce anche il prezioso Corano di Osman, ritenuto il più antico del mondo.

Il Corano di Osman

Scritto verso la metà del VII secolo, contiene 353 pagine di pergamena. Si ritiene sia il Corano più antico e meglio conservato al mondo.

La sua storia è importante come le sue dimensioni: Tamerlano lo prese nella città irachena di Bassora, al ritorno dalla vittoriosa campagna militare contro il sovrano turco Bayazid.

Il Corano fu così trasferito a Samarcanda, dove restò in una madrasa finché non venne portato a San Pietroburgo dal generale russo Von Kaufman, che conquistò la città nel 1869.

Nel 1917 l’allora governo Uzbeko si prodigò per la restituzione, e riuscì a riaverlo qualche anno dopo, grazie all’intercessione di Lenin in persona.

Attualmente il manoscritto è conservato in un sarcofago di pregevole fattura tedesca che mantiene le condizioni ottimali di umidità e temperatura.

Il plov, piatto principe dell'Uzbekistan.
Il plov, piatto principe dell'Uzbekistan.

Dopo la visita ci siamo diretti in un ristorante molto conosciuto per assaggiare il Plov, il piatto più rappresentativo del paese, da provare almeno una volta.

Questo piatto orientale composto da un misto di carne, verdure e uova (di gallina e di quaglia) ha un gusto particolare grazie al riso che solo in Uzbekistan viene lasciato cuocere lentamente nello zirvak, un ricco brodo di carne e verdure. La cottura avviene in pentole così grandi da contenere riso per sfamare un intero villaggio!

Bazar Chorsu
Bazar Chorsu
Nei bazar capiterà di osservare il Nan, il pane simbolo dello stato dell'Asia centrale.
Nei bazar capiterà di osservare il Nan, il pane simbolo dello stato dell'Asia centrale.

Dopo pranzo siamo andati a vedere il Bazar Chorsu, o mercato dei quattro fiumi, il mercato agricolo più grande della città. Il Bazar di costruzione russa è sui generis: sotto la grande cupola verde, i venditori locali mostrano orgogliosi la propria mercanzia, costituita da spezie, carne, frutta secca, pane e ortaggi, ed al passaggio di un potenziale compratore richiamano l’attenzione mostrando un sorriso a 32 denti (molto spesso d’oro)!

Nel museo delle Arti Applicate uzbeke
Nel museo delle Arti Applicate uzbeke

Con l’esperienza commerciale acquisita al bazar ci siamo diretti al Museo delle Arti Applicate uzbeke, costruito nel 1937, che conserva pregevoli esempi di arte decorativa di fine XIX secolo.

Il museo custodisce migliaia di oggetti, ma il punto forte sono i soffitti e le pareti a nicchie, il tutto rivestito di legno finemente lavorato e dipinto a mano.

Ultima tappa è stata la metropolitana, costruita anch’essa dopo il grande terremoto del 1966, che si è rivelata un gioiello architettonico.

All’interno della metropolitana era vietato scattare foto perchè era considerata un rifugio antiatomico dalla sicurezza nazionale uzbeka.

Ogni stazione vanta uno stile specifico: noi ci siamo fermati a quella dedicata all’astronomia ed alla corsa allo spazio, che celebra le imprese di Ulugbek, Yuri Gagarin e Valentina Tereshkova, la prima donna a raggiungere lo spazio.

Siamo giunti a fine articolo! Se vi fa piacere o se avete domande, lasciate un commento qui sotto.

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