Lunghezza percorso:
Fine di Ceresole Reale
Diga del Serrù
18 Km
800 mt
Escursionistico
No
Dicembre
Una splendida escursione nel cuore delle Alpi, il parco nazionale del Gran Paradiso
I CAMOSCI DELL'ORCO
Lunghezza percorso: 18 km.
Periodo escursione: dicembre
I camosci dell'Orco
Lasciamo le coordinate del punto di partenza dell'articolo:
45.445077, 7.204366
(Copia e incolla nella ricerca di Google Maps)
Info utili:
Il tragitto invernale fino alla diga del Serrù coincide con la strada asfaltata che raggiunge il colle del Nivolet, che in questo periodo dell’anno è ricoperta dalla neve. Intraprendere altri sentieri potrebbe essere rischioso per via del pericolo valanghe. Se il rischio valanghe è marcato occorre dotarsi di ARVA.
Per chi si ferma almeno una notte, consigliamo di percorrere il giro del lago di Ceresole Reale, che in veste invernale riesce ad incantare chiunque.
Se volete pranzare in questa valle fermatevi all’Osteria dei Viaggiatori, a Frera Superiore, dove sarete investiti da un tripudio di sapori!
Il parco Nazionale del Gran Paradiso
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è un autentico gioiello naturale italiano, ed è il regno dello stambecco, animale che rischiò di estinguersi per via della caccia indiscriminata.
La specie si ritenne estinta per parecchio tempo, ma verso l’inizio del XIX secolo una donna scoprì che una colonia di 100 capi abitava sul massiccio del Gran Paradiso.
La notizia arrivò fino al re del nascente regno di Sardegna, che con decreto proibì la caccia dell’animale.
Ovviamente non fu una scelta dettata dall’animo ambientalista, ma dalla voglia di concedersi un esclusivo lusso reale, che tuttavia servì alla salvaguardia della specie.
La zona del Gran Paradiso divenne una riserva di caccia reale grazie al re d’Italia Emanuele II, che in agosto si muoveva con il suo seguito per dare la caccia agli esemplari più grossi.
Dalla caccia venivano risparmiati i cuccioli e le femmine, che non avendo più come nemico l’uomo ripopolarono quest’area.
Il parco divenne quindi Nazionale nel 1922, ma dovette passare ancora il periodo buio del fascismo e della seconda guerra mondiale, dove la vigilanza perse efficacia ed il bracconaggio da parte della popolazione locale divenne necessario per vivere.
Gli stambecchi scesero drasticamente a quota 400, ma appena dopo la fine della guerra, nel 1947, il parco nazionale divenne l’ente che tutti conoscono oggi, dove l’intero ecosistema è protetto.
Oggi lo stambecco prospera come un tempo in tutte le Alpi, con una stima che supera le 50.000 unità.
Descrizione
Per la festività dell’8 dicembre abbiamo scelto di trascorrere un paio di giorni nella valle Orco, soggiornando a Locana, pittoresco comune dove è presente una gastronomia storica in cui abbiamo fatto rifornimento di gustosi prodotti locali.
Le abbondanti nevicate che spesso si verificano nella zona di Ceresole consentono di praticare molti sport invernali come lo sci di fondo e l’arrampicata su ghiaccio; è anche molto gettonato lo sci alpinismo, perché il Canavese non dispone di comprensori sciistici degni di nota come la vicina val d’Aosta.
Questo fattore, unito alla presenza del parco Gran Paradiso, ha contribuito a rendere la zona un luogo invernale molto silenzioso.
Il silenzio ci ha accompagnato per tutta l’escursione che abbiamo compiuto fino alla diga del Serrù, con la neve che ovattava e ricopriva la strada, i boschi e le praterie su cui pascolavano gruppetti di camosci alla ricerca del cibo.
Tutto era dipinto di un maestoso bianco che avvolgeva ogni cosa, ed il tempo sembrava essersi fermato.
La via invernale è praticamente la strada asfaltata che sale fino al colle del Nivolet, perché è l’unica percorribile.
La prima parte è molto semplice, ma quando si arriva ai primi tornanti la faccenda diventa sempre più complicata, al limite del praticabile senza ciaspole.
Noi siamo stati gli unici della giornata a voler proseguire, e dopo quasi 3 ore la nostra caparbietà è stata premiata con la vista della diga. Abbiamo festeggiato con un pranzo molto frugale, in compagnia di uno sci-alpinista, sotto alla pensilina del bus completamente ghiacciata, dopodiché siamo ridiscesi a valle.
Prima di compiere questa gita conviene informarsi per verificare l’agibilità e il rischio valanghe, e se necessario dotarsi di sistemi ARVA.
Noi abbiamo percorso il tragitto con un quantitativo di neve ancora sotto la media, ed infatti non abbiamo dovuto usare le ciaspole, ma siamo stati molto fortunati: al Serrù la neve caduta di solito supera i 2 metri!
Cartina dell'escursione.
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